Tra Forma e Colore a cura di Annalisa Perriello
Quando
Date(s) - 01/02/2019 - 14/02/2019
Tutto il giorno
Dove
Medina Roma
Tra Forma e Colore a cura di Annalisa Perriello e la critica Marta Lock
La collettiva Tra Forma e Colore a cura di Annalisa Perriello e la critica di Marta Lock dal 1 al 14 Febbraio 2019 nel concept-space Medina Roma.Il progetto esplora la correlazione tra opere figurative ed astratte, di pittura e scultura, con l’obiettivo di tracciare un percorso espositivo che presenti le principali tendenze degli artisti contemporanei e metta in atto una riflessione sui temi del colore e della forma nell’arte di oggi.
Vernissage: Venerdì 1 Febbraio ore 18:00
Apertura al pubblico: Lun-Ven 10:00-13 e 15:00-19:00
Tra forma e colore a cura di Annalisa Perriello
Tra Forma e Colore a cura di Annalisa Perriello e la critica Marta Lock
Testo a cura di Marta Lock
Nell’arte contemporanea si tende spesso a voler inserire, all’interno di correnti preesistenti, tutte le nuove espressioni che sono invece manifestazione libera della creatività. Tutto ciò che non rientra all’interno di uno schema riconoscibile sembra essere guardato a volte con diffidenza proprio perché non lo si sa collocare entro confini che non possono, e non devono, appartenere a un artista.
Già nella storia dell’arte moderna abbiamo visto movimenti pittorici ampliare le loro prospettive e far rientrare sotto la loro denominazione stili più variegati, come per esempio nel caso dell’Espressionismo Astratto della scuola di New York, che aveva scelto di accogliere al suo interno differenti derivazioni; evoluzioni e personalizzazioni delle fondamenta gettate dai precedenti artisti del primo Novecento, che hanno tracciato le linee di una concezione dell’arte che si discostava da quella classicamente intesa. Questo preambolo è necessario per introdurre una mostra che già per titolo e per autodefinizione; risulta essere un melting pot, un punto di contatto tra varie tecniche che sono perfettamente rappresentate dagli artisti partecipanti.
Tra forma e colore a cura di Annalisa Perriello…
…intende essere uno sguardo, un’interrogazione su come si interpreti il dualismo che tanto ha diviso il classicismo dalla modernità artistica, laddove in precedenza la perfezione delle forme che dovevano attingere dalla realtà erano poi esaltate dal colore sapientemente usato, mentre invece, con l’inizio del Novecento, si sono letteralmente capovolte le priorità e stravolte le regole. Sì perché da quel punto in avanti il colore inizia a dare forma al concetto, scardina l’importanza del realismo per addentrarsi più profondamente a un sentire dell’anima, o della mente, che dà all’artista una maggiore libertà di manifestazione della sua idea, del suo sentire, del suo pensiero.
All’interno di questa collettiva si trovano bellissime voci dell’arte contemporanea attuale:
pittori poetici che riescono a raccontare momenti infiniti attraverso le immagini, come Amani Esseili e Viviana Di Leo; scultori metafisici nella definizione delle forme eppure assolutamente terreni e legati al momento presente, come Roberto Pallestrong ed Elvino Motti;
Astrattisti…
per cui il colore è l’essenziale vivacità che non può prescindere dall’atto creativo, come Mariagrazia Zanetti e Silvia Rago; concettuali che si esprimono al meglio attraverso le ombre attraversate dalla luce, come Silvia Castelli, o con la luce che nasconde un’emozione più profonda e concreta, come Maria Luigia Scala.
E ancora espressionisti centrati sulla realtà attuale…
…come Romina Monteleone, realisti legati al mondo della fiaba e della nostalgia per la semplicità appartenente ad altri tempi, come Fiorenza Orseoli, della sensibilità interiore e delicata che accompagna l’esistenza, come Nunzia Lastella o dell’esoterico che nasconde un mistero che l’essere umano desidera scoprire, come Roberto Ballerini;
Naturalisti…
…che rendo no protagonista il mare declinato nelle tonalità più tenui, morbide, avvolgenti, come Alessandro Trani, e Maria Teresa Sabatiello che da quello stesso mare prende le pietre levigate seguendone le forme e trasformandole in opere d’arte.
Manifestazioni creative variegate…
…ma al tempo stesso connesse tra loro da un importante denominatore comune, l’emozione, quella spinta generatrice che non può essere trattenuta e che non riesce a fare a meno di essere comunicata al pubblico. E anche, inevitabilmente, di quel colore, a volte pieno di luce, altro più intimo e meditativo; sfumato e ombroso, che è strumento necessario per permettere all’artista di parlare attraverso il linguaggio che più sente proprio. Dunque una collettiva armonica nonostante le differenze, corale malgrado le apparenti distanze, sinergica a dispetto delle variazioni stilistiche che caratterizzano però la bellezza del panorama artistico contemporaneo e che oggi, più di ieri, in un mondo che va verso l’accettazione della singolarità e dell’individualità, non può non unire sotto l’unico comun denominatore dell’arte la poliedricità del modo di manifestarla.
Medina Roma si propone come palcoscenico…
…per congiungere diversi stili, in cui gli artisti possano incontrarsi e confrontarsi, e che, nell’ottica più moderna degli operatori del campo dell’arte, propone eventi collaterali nel corso delle collettive e personali organizzate presso la loro struttura, proprio per generare quella necessaria contaminazione di differenti forme di cultura che possono interagire tra loro e creare reciprocamente uno scenario di più ampio respiro.
Testo a cura di Marta Lock
Artisti in mostra – Tra forma e colore a cura di Annalisa Perriello:
Michal Ashkenasi
The dying star, olio su tela, 100×80
Longings, olio su tela, 100×80
Riccardo Ballerini
E’ un pittore prettamente figurativo che si pone come un interprete del reale. E’ l’individuo ad essere protagonista delle sue opere, l’unico che può interpretare la realtà, poiché nella sua visione non esiste una realtà assoluta se non quella soggettiva. L’individuo è costantemente bombardato da raffiche di immagini e messaggi comunicativi verbali, che è costretto a filtrare come un milite.
Silvia Castelli
La passione per la pittura, arriva da pomeriggi di infanzia passati ad osservare lavori ad olio di suo padre. Fu tuttavia la scoperta di un tubetto di acrilico, esposto in un negozio di giochi, a catturare in lei l’amore per quei colori. Inizia così il suo “modo istintivo” di vivere l’astratto e la pittura. Le sue tecniche non provengono da alcuna formazione accademica ma solo dal muoversi delle mani, con unica regia mente e cuore. L’approccio su tela, arriva di getto, coinvolgendo se stessa a tal punto da entrare quasi sempre in uno stato ipnotico.
Uri De Beer
Cosmic awareness, 90×70
Genesis in red, 70×90
Viviana Di Leo
Vive e lavora a Roma è pittrice, incisionista, ceramista e fotografa. La Di Leo è un’artista poliedrica che indaga la natura, ne ascolta l’interiorità, cercando all’esterno corrispondenze con il suo io.
“…Et les lierres étaient tout noirs”, Tecnica mista su carta, matita, tempera, e polvere d’oro, 100×70, 1999
Amani Esseili
Amante dell’arte in tutte le sue forme è una giovane designer di interni e artista libanese. Nella resa delle forme, nei colori e negli inserti materici delle sue opere è evidente l’influsso della sua formazione.
Destiny, acrilico e foglia d’oro su tela, 100×100, 2018
Tra forma e colore a cura di Annalisa Perriello – artisti in mostra:
Nunzia Lastella
Sin da bambina matura un precoce interesse per il disegno, che crescendo è diventato una vera passione verso l’arte. Dopo gli studi presso il Liceo Artistico, la ricerca dell’Assoluto la porta ad abbandonare l’Accademia delle Belle Arti per dedicarsi sugli studi teologici e filosofici, con la promessa a se stessa che non avrebbe abbandonato mai l’arte.
Del libero arbitrio, olio su tela con inserti in foglia d’oro, 60×60, 2018
Romina Monteleone
Biologa nella vita ma con una grande passione per la pittura. Passione da autodidatta che si è trasformata in un impegno costante spinto da una forte motivazione. Gli occhi di Romina Monteleone guardano, scavano, penetrano. Sono gli occhi di un’artista che mediante la sua arte cerca il mondo e ne vuole toccare la profondità, lo spessore, le viscere. Sono anche gli occhi che ritrae in modo ricorrente e pervasivo, rappresentano la chiave artistica e profonda con la quale magicamente apre le porte del para-verbale, delle emozioni vere ed autentiche.
Elvino Motti
Crea sculture che tendono formalmente all’astrazione; forme spesso appena accennate oppure definite, che appaiono e svaniscono in un gioco di luci ed ombre. Le sue sculture sono fruibili fuori e dentro, si offrono totalmente. Sembra che “l’anima della materia”, che Elvino Motti ha sempre cercato di far emergere dalle sue opere, si manifesti nella sua pienezza, rendendo la scultura completa, oltre che d’un corpo, anche di un’anima.
Fiorenza Orseoli
Da sempre ha coltivato interesse per il disegno, la pittura e soprattutto per l’abbinamento cromatico e materico che riesce a mescolare; accostare, intercalare in una esplosione di colori ed immagini che rimandano ad un mondo ludico, fumettistico, allegro, consumatore di stimoli visivi. “Non bisogna mai smettere di giocare con la propria fantasia e con i propri sogni” sono parole dell’artista. Nelle sue creazioni colpisce il fascino misterioso dell’invenzione che porta a guardare le opere con un pizzico di curiosità per cui ciascuno può trarne riflessioni ed emozioni secondo la propria sensibilità.
Tra forma e colore a cura di Annalisa Perriello – artisti in mostra:
Roberto Pallestrong
Artigiano artistico, ceramista autodidatta, ha imparato il mestiere lavorando in alcune aziende dell’Umbria. Pallestrong si trova in un punto a metà tra il Surrealismo ed Espressionismo, tra colori terrosi e metallici e tinte fluo e vivaci, proprio in virtù di quell’incapacità di rientrare all’interno di confini predefiniti. In alcune sculture è il colore che diviene protagonista e definisce le forme. Nelle sue opere vi è un profondo richiamo alla natura. Ama cimentarsi in varie attivitá dalla decorazione, alla creazione di oggetti in serie, cosí come nella realizzazione di pezzi unici. Altra passione é l’incisione realizzando xilografie, incisioni su rame e altri metalli.
Silvia Rago
…nell’arte nella sua moltitudine forma, ha sempre ritrovato uno sguardo per ricercare nuove vie dell’animo. Ritrovarsi e perdersi in un’emozione, per vedere e vedersi. L’umiltà di essere se stessi in una società piena di costrutti fittizi, far emergere ciò che si protegge attraverso la pittura, indipendentemente dal percorso fatto. Pittrice intuitiva, attraverso le sue opere diffonde il messaggio di una vita autentica, libera da condizionamenti esterni.
Maria Teresa Sabatiello
“Il mare scolpisce per me, ed io per ringraziarlo dipingo per Lui… Anime di Pietra… ”
L’artista ha fatto della materia il punto di partenza, del colore il mezzo e del rispetto il caposaldo della sua ricerca. Tutto quello che dipinge esiste già, lei stessa si definisce un “interprete” del mare. Non è semplice e casuale sovrapposizione di colore, ogni dettaglio, ogni rotondità, ogni rugosità, è già lì.
Aggrappato ad un Rimorso Incatenato ad una Colpa, 29x20x12, 2014
La mia dama, 58x30x15, 2014
Maria Luigia Scala (Marilù)
ama la contaminazione tra la materia, i colori e le forme; le sue opere nascono nei modi più disparati, sono legati ad un ricordo, ad un’immagine percepita di sfuggita. L’arte di Marilù rispecchia la sua personalità: variegata e in continua evoluzione, unaa sintesi perfetta tra le sue radici culturali e la curiosità che la porta a sperimentare tecniche varie, colori e materiali diversi.
Tra forma e colore a cura di Annalisa Perriello – artisti in mostra:
Alessandro Trani
…è celebre per i suoi surreali paesaggi marini. Il maestro Trani è un poeta che sottovoce, con una pittura discreta, metaformale, elegante ed essenziale, ci conduce in quella realtà parallela fatta di silenzi e di paradiso personale, nel quale il mare e gli elementi naturali fanno rivivere la vera identità dell’uomo e la riflessione lascia spazio ad un flow quasi ipnotico, che porta al viaggio dentro se stessi, il viaggio più importante per ogni essere umano.
Luce all’orizzonte, acrilici su tela, 50×70
Mariagrazia Zanetti
Nata a Novara, autodidatta. Grazie ad un percorso di ricerca, matura presto la consapevolezza di caratterizzare con l’istintività la propria espressione artistica. Al fine di “abbattere” muri invalicabili che limiterebbero la creatività. Da qui la scelta della pittura astratta (anche se non in modo totalmente esclusivo).
Nulla deve interferire fra l’idea-suggestione originata da una visione reale o immaginaria e l’arrivo sulla tela: nessun processo logico, nessuna razionalità, nessuna sovrastruttura mentale. Solo istinto e spontaneità che permettono la concretizzazione dell’opera.
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